Riccardo Cazzaniga: L’uomo bianco in quella foto - Peter Norman, una storia di dignità e lotta (da ricordare)


Le pantere Nere a Città del Messico
Olimpiadi di Città del Messico, 1968, un clamoroso gesto di protesta politica viene inscenato dai due vincitori afro - americani dei 200 metri piani, Tommie Smith e John Carlos alzano il pugno guantato di nero verso il cielo, sono scalzi e chinano il capo. Niente mano sul cuore al suono delle note dell'inno Usa, in quel momento sono pantere nere che combattono contro la segregazione razziale, non sono cittadini statunitensi . In quello stesso anno soon stati assassinati  Martin Luther King e Bob Kennedy e si combatte la sempiterna battaglia contro il razzismo.

C'è anche una pantera bianca
L'uomo "bianco" è Peter Norman, anche lui indossa la spilla del progetto per i Diritti Umani sul petto, come Tommie e John: Peter protesta insieme a loro, pagherà carissimo questo suo gesto grazie all'Australia, un paese, il suo paese, che in fatto di razzismo non ha niente da imparare dagli Usa, anzi. L'Australia liberale e democratica si è macchiata di una delle più odiose pratiche razziste che siano mai state poste in opera dall'uomo bianco: la sottrazione forzata (rapimento) di 100.000 bambini aborigeni, sottratti alle loro famiglie e dati in adozione a enti religiosi o a famiglie bigotte perché venissero educati nei valori superiori dell'uomo bianco e del cristianesimo. Una intera generazione rubata, un crimine contro l'umanità. 
E l'anglofona e liberale Australia farà pagare caro a Peter il suo gesto di solidarietà e ribellione al razzismo, verrà escluso dalla selezione olimpica australiana di atletica per le successive olimpiadi, lui, ancora oggi il più veloce duecentometrista d'Australia. Viene messo al bando e sistematicamente ignorato ed emarginato dal mondo dell'atletica e della società civile. Si ritirerà dalle corse e no nsi pentirà mai del suo gesto.

L'articolo di Cazzaniga
Riccardo Cazzaniga ricostruisce nel suo articolo la storia di Juan, John e Peter, l'eroe bianco dimenticato. L'articolo è stato pubblicato sul suo blog il 20/08/2015 con il titolo L'Uomo bianco in quella foto e racconta la poco nota storia di Peter Norman, una storia triste, ma anche bella, che può essere utile per introdurre molti problemi morali, politici e sociali e che è giusto raccontare, specie nel momento storico che stiamo vivendo tra suprematismo bianco e sovranismo, tra vecchio fascismo che ritorna e nuovo razzismo che imperversa. 
Il modo in cui Cazzaniga si occupa di Peter e della sua doppia impresa, umana e sportiva, non è retorico (come quello che sto utilizzando io), la storia viene documentata con tante immagini e filmati di repertorio

Tommie Smith, Peter Norman, e John Carlos
Lasciato solo dal suo paese, che lo riabilitò con vergognoso e imperdonabile ritardo solo nel 2012, Peter morì per una crisi cardiaca nel 2006. Al suo funerale la sua bara è portata da Tommie e Carlos, i tre erano divenuti amici e si tennero sempre in contatto. Così finisce questa storia, una storia di ribellione e amicizia fra tre uomini che fecero del loro meglio.

Tommy Smith e John Carlos portano la bara del loro amico Peter


Peter è stato un soldato solitario. Ha scelto consapevolmente di fare da agnello sacrificale nel nome dei diritti umani. Non c’è nessuno più di lui che l’Australia dovrebbe onorare, riconoscere e apprezzare” (John Carlos)

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