Paola Nicolini: il pensiero narrativo: caratteristiche e sviluppo


Paola Nicolini: il Pensiero Narrativo
Un interessante articolo di Paola Nicolini sul pensiero narrativo e l'uso della narrazione come strumento didattico pubblicato sul vol. 8, n° 2 di M@gm@ (maggio - agosto 2010) con il titolo di Il pensiero narrativo: caratteristiche e sviluppo. L'autrice insegna Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione presso l'Università di Macerata.

Bruner: pensiero narrativo e pensiero scientifico
La premessa del discorso di Paola Nicolini e che ne costituisce la cornice teorica, è data dal riferimento alla distinzione operata da Bruner tra pensiero narrativo e pensiero scientifico, si tratta dei due fondamentali modelli con cui strutturiamo l'esperienza e interpretiamo e rappresentiamo la realtà. 
Le caratteristiche di questi due differenti tipi di pensiero sono sintetizzate graficamente in questa tabella:


Dare un senso all'esperienza
Il pensiero narrativo gioca un ruolo fondamentale non tanto nell'adattamento all'ambiente fisico, quanto nell'interazione con gli altri e il suo scopo è costituito dal conferimento di senso a questa esperienza. Sia dal punto di vista storico che da quello della crescita infatti, le narrazioni (miti,storie, fiabe, etc.) precedono lo sviluppo del pensiero logico -scientifico. 
Bruner sottolinea in particolare due aspetti di rilievo del pensiero narrativo: la sua apertura che determina l'innovazione culturale (dinamica culturale) e il suo ruolo nella costruzione del sé.
Apertura

Conservazione e innovazione
Nel dispositivo narrativo ad una struttura fissa sottostante, si pensi al viaggio dell'eroe di Campbell o alle funzioni di Propp, si accompagna, a livello della particolare produzione narrativa, la sing9ola "storia", una apertura al gioco delle infinite possibilità alternative che possono produrre esiti imprevedibili e contrastanti con i paradigmi dominanti nel contesto culturale in cui la storia si diffonde. La narrazione tende a fondare e conservare l'identità di una cultura, ma anche ad aprire in essa nuove possibilità e rinnovarne contenuti e struttura.

Costruzione narrativa del Sé
L'identità soggettiva è frutto di un "percorso narrativo" che ci costruisce nell'interazione del sé con l'altro. Il narrare è una pratica sociale che consente la creazione dell'identità personale, dei gruppi ed è alla base della consapevolezza di sé sin dall'infanzia. Tutto questo avviene nello spazio comunicativo in cui, come affermava Feuerbach l'io incontra il tu e non può darsi l'uno senza l'altro. Quindi la narrazione possiede un intrinseco valore educativo e rappresenta il tessuto condiviso del vivere insieme.

Sommario
1. Alcuni riferimenti teorici: pensiero scientifico e pensiero narrativo
2. Esempi di approccio narrativo alla conoscenza
2.1. Il pensiero narrativo nello studio delle scienze
Viene preso in esame una pratica di utilizzo della narrazione riferita al tema della digestione nelle classi della primaria (1^, 2^, 3^, 4^ classe), tale approccio permette di rapportare ciò che si impara sul corpo umano alla esperienza del proprio corpo e di cogliere l'emergere di sentimenti riferiti a questi saperi, aprendoli alla sfera dell'educazione emotiva.
L'approccio narrativo consente di mappare la percezione dell'altro, le strategie poste in atto per interpretare questo "accadimento", le reazioni emotive e la disposizione di apertura e/o chiusura, evidenziando stereotipi e pregiudizi taciti, valori e ideali, timori e speranze.
2.1.1. In seconda classe
2.1.2. In terza classe
2.1.3. In quarta classe
2.2. Il pensiero narrativo nello studio delle relazioni interculturali
La seconda pratica presa in esame riguarda i risultati di un'indagine condotta sul finire degli anni '90 quando erano in corso numerosi sbarchi di popolazioni provenienti dall'Albania, In questo caso l'approccio narrativo viene introdotto proponendo loro il seguente tema: "Un gruppo di famiglie Albanesi venga a stare nella tua città: racconta le tue impressioni".
2.2.1. L'amore e l’amicizia
2.2.2. ?
2.2.3. La pena
2.2.4. Lo stupore e il dubbio
2.2.5. Il fastidio e l'indifferenza
2.2.6. La paura
Conclusioni

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